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Trento, 22 febbraio 2017 Il significato di populismo oggi può definirsi: la voce dei popolo; una diretta legittimazione che sovrasta tutte le altre legittime autorità politiche, istituzionali, dalla Corte Costituzionale al Parlamento, autorità locali e statali. Alcuni esempi di populismo. La dichiarazione di Donald Trump durante la corsa alla Casa Bianca: «I am your voice> (io sono la vostra voce) è la classica dichiarazione populista. Trump che a tutto pone rimedio, che promette molto e mantiene poco. Altro esempio. Il giornale londinese Daily Mail (un tabloid) in prima pagina accusava i tre giudici dell’Alta corte come nemici del popolo per aver confermato che l’ultima parola sulla Brexit (uscita dall’Europa) spetta al Parlamento. Trump ripeteva in tutti i suoi comizi elettorali che la sua gente è quella che conta, l’altra che chi non è d’accordo con lui, inclusa la stampa non conta nulla e tra questi gran parte del ceto medio. E ancora. Nigel Farage a Londra dichiarò che la vittoria di Brexit spetta alla gente ordinaria, gente dignitosa, gente vera. Il 48 per cento contrario a Brexit è gente poco degna, una inutile élite e anche non vera. In una parola, ora è sempre l’altra gente che deve aver paura; i messicani e i musulmani negli Usa, i curdi in Turchia, la gente di colore, omosessuali, musulmani e ebrei in molte parti d’Europa, emigranti e rifugiati nel nostro Paese. Il nemico del populismo è il pluralismo. Purtroppo il rampante trumpismo trova sempre il suo feudo nel populismo del nostro tempo. Una prospettiva piuttosto inquietante. Tony Sartori - Molveno |
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